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Un luogo dove l’unico limite sei tu

Un luogo dove l’unico limite sei tu

Noi, tutti noi, siamo fatti per “lavorare per obiettivi”.

Guarda un bambino con un mese o due: se ti metti alla giusta distanza e fai una linguaccia, l’infante risponderà con una linguaccia. Nei mesi successivi se sorridi, risponderà con un sorriso. 

È l’empatia. Sta cominciando a usare i suoi neuroni specchio e ha l’obiettivo di imparare a leggere le espressioni e riprodurle. 

Emette suoni più o meno articolati: ha l’obiettivo di imparare a parlare.

Più avanti cercherà di muoversi in autonomia e poi di alzarsi e infine di camminare sulle gambe.

Tutti obiettivi.

 

Funziona così. 

 

Per stare bene, per essere felici, bisogna mettersi in testa che il viaggio è importante quanto la meta, forse di più.

 

Ogni volta che raggiungiamo un obiettivo, ecco che ne abbiamo uno nuovo da perseguire, ed è questo viaggio verso la meta che ci tiene vivi.

 

Purtroppo la vita ci porta spesso a quella che chiamo “una quieta disperazione”, cioè quell’ adagiarsi in una situazione (nemmeno tanto comoda) che spegne sogni ed obiettivi. 

Si entra in una routine che alla lunga fa morire buona parte dei nostri neuroni.

 

Mantenere una mente brillante, creare nuovi percorsi sinaptici, è una cosa che invece ci tiene vivi e che genera in noi sogni, che diventano obiettivi e che ci porta in uno stato di felicità.

 

Per fare questo è utile, e dal mio punto di vista indispensabile, trovare un posto in cui il solo limite siamo noi. 

 

Può essere un luogo fisico nel quale puoi isolarti, può essere un luogo immaginario che raggiungi con uno stato mentale di totale rilassamento, o entrambe le cose. 

 

Di fatto è un luogo dove ci sei tu e ciò che tu vuoi. Dove puoi permetterti di immaginare in grande, e di visualizzare i tuoi sogni facendoli diventare obiettivi. 

Un luogo dove l’unico limite sei tu, e solo ciò che definisci un limite su ciò che puoi fare definirà il limite del viaggio verso la meta.

 

Il mio luogo mentale è una stanza che non c’è, come l’isola, deve avere un silenzio eloquente perché anche gli ossimori sono risorse, con ritratti alle pareti perché le persone valgono più di qualsiasi oggetto, il rumore della pioggia e la luce di una giornata d’estate. 

 

È un luogo dove ritrovo quella serenità e quella calma che mi consentono di costruire, sognare, raccogliere, analizzare e definire, senza limiti e dalla quale faccio partire ogni mio progetto. 

 

Il mio viaggio verso qualunque cosa parte da lì. 

È la mia “fabbrica della felicità”.

 

Per me funziona.

Prova, magari funziona anche per te.

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