preloader
Dipendente … felice

Dipendente … felice

Timbro il cartellino, alle 8.30.  Poi alle 17.00. Un’ora di pausa per il pranzo, fine settimana libero. Undici mesi di lavoro, 14 stipendi, alti, ma non me ne rendo conto perché non sta a me gestire tutta la parte burocratica, io vedo solo il netto a fine mese e francamente mi sembra poco.

Però sono tranquillo.

… mah, io una scelta così non la farei, secondo me ci vuole un coraggio da leoni a convincersi di poter stare tranquilli che tanto lo stipendio è fisso per sempre. Stai lì in quei binari dati dal cartellino timbrato in entrata e in uscita, ma non sai chi sta guidando. Magari è ubriaco, magari ti considera un numero, magari da via di testa domattina e chiude. E tu non sai più che fare.  Ecco io la vedo così, ma non è che debbano tutti fare gli imprenditori, e quindi mi sono guardato in giro e ti racconto una storia che fa venire voglia di farsi assumere anche a uno come me.

Ti parlo di Sofia. Lei ha la stoffa dell’imprenditore, ne ha masticato fin da bambina le logiche, ce l’ha nel sangue e potrebbe farlo se solo lo volesse.

Ma invece no, ha scelto diversamente e ti lascio le sue parole nel descrivere come vive oggi la sua scelta.

“Posso sicuramente dirti quello che non mi fa scappare da qui: il riconoscimento degli sforzi.

Essere un dipendente dal mio punto di vista NON significa essere già a posto, tanto il mio stipendio lo prendo. Vivo la necessità di far crescere l’impresa, perché se l’impresa cresce ci saranno più opportunità per me (e di conseguenza per i miei colleghi).

Mi piace fare la dipendente qui perché vige la meritocrazia: le mie mansioni e le mie responsabilità crescono con il tempo e con la sicurezza che acquisisco nei campi di competenza.

Mi piace fare la dipendente perché posso riconoscere quando e dove riesco ad arrivare e in quali occasioni, invece, devo dire “ok, ragioniamoci insieme, fammi vedere come si fa”.

La premessa la faccio in fondo: bisogna avere un capo che permette tutto questo

Ecco, fare la dipendente come la faccio io non significa timbrare il cartellino, né pensare che chi “sta sopra” faccia sempre i propri interessi e mai quelli dei dipendenti. Il mio consiglio, se posso, a chi vive male il suo essere dipendente, è di provare a capire che più cresco io, più cresce l’azienda. Non siamo 2 cose separate”

Queste le parole di Sofia che lavora presso una realtà relativamente piccola, in un ambiente giovane e in un settore relativamente nuovo. Una sfida continua giorno per giorno.

Certo che lavorare così potrebbe piacere anche a me, non tantissimo, prima o poi mi andrebbe stretto, ma sarebbe sicuramente un’esperienza piacevole.

Questa la considero una storia da dipendente che vale la pena raccontare, perché io quell’azienda un pochino la conosco e so che il titolare ha una caratteristica che pochissimi hanno della quale parlerò in un prossimo articolo.

Credo che sia un leader naturale nell’accezione più positiva del termine e come tale tende naturalmente a creare nuovi leader. Insomma cresce lui e con lui crescono le persone che lavorano insieme a lui.

E Sofia è l’esempio di come fare il dipendente possa essere una sfida avvincente e interessante.

Relazioni

8 Novembre 2023

Relazioni

Rallenta

26 Ottobre 2023

Rallenta